Webinar Arte&Filosofia: L’autoritratto e il lavoro del lutto e le teste di Medusa nell’arte

“Guardatevi per tutta la vita in uno specchio e vedrete la Morte lavorare come le api in un alveare di vetro”. J. Cocteau descrive in questi termini la nostra relazione con lo specchio. Come reagiscono i grandi artisti di fronte a quest’ultimo? L’autoritratto sembra avere un potere catartico, quasi “magico”, come se si potesse rielaborare l’ “impossibilità della propria morte” attraverso la sua esorcizzazione nell’opera. Ma sarà solo questo o vi è di più nell’arte del ritratto? Mariella Guzzoni parla dell’autoritratto in Van Gogh come di un problema di “infinito specchio”. Da Van Gogh a Frida, passando per Salvador Dalì l’autoritratto assume forme peculiari. Proveremo a discutere delle sue molteplici sfaccettature indagando filosoficamente il suo rapporto con il lavoro psichico del lutto.

A cura di Maria De Giorgio e Giorgia Perin

Perturbante per definizione, la testa di Medusa ha veicolato simbolicamente il turbamento di numerosi artisti. Dalla più nota testa di Caravaggio a quella nascosta nell’opera di Salvador Dalì, la Medusa costituisce quel fantasma della castrazione che genera orrore e pietrifica chi la contempla. La gorgone e Narciso diventano i protagonisti simbolici incontrastati di un’esperienza artistica che trova un’ulteriore senso nell’interpretazione filosofica.

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